Nell’arco di un mese dell’inverno 2013-2014 ho ritrovato per casa parti complementari di un cammino artistico, intrapreso dal mio bisnonno, Mario Farina, ed a me ignoto.
In prima istanza una scatola, la quale perlopiù conteneva fotografie scattate durante i fine-settimana trascorsi dal mio bisnonno presso Bardolino, luogo tipicamente “ameno” in cui soleva andare a perdere lucidità con l’aiuto del vino. Apparentemente era sua abitudine recarvisi portando con sé una Rollei 35 che gli era stata regalata dal figlio, il mio pro-zio. Questa stessa macchina è stata il mio secondo ritrovamento e, fortunatamente funzionante, ora si trova spesso nelle mie tasche, nella speranza che possa gradualmente abituarmi a non tralasciare determinati possibili scatti, che mi si presentano, ma che non vengono immortalati per accidia e per un’errata impostazione comportamentale; pur senza divenire un’ossessione, essendo la macchina estremamente tascabile.
Quella che in un primo momento fu una semplice divisione e differenziazione fra le fotografie che mi parevano interessanti e quelle che non lo erano, divenne in seguito un graduale processo di selezione, la cui finalità distensiva era mediata dalla ritualità con cui le foto si ripetevano in ordine sempre simile sotto le mie mani.
Il frutto di questo lavoro è una selezione di quindici fotografie in bianco & nero, probabilmente scattate negli anni ’60-’70, le quali verranno probabilmente auto-pubblicate tramite blurb per una ristretta distribuzione familiare.
Il processo di selezione si è avvalso di criteri basati sulla continuità di stile e contenuti, per quanto quella del mio bisnonno ritengo sia stata una produzione fotografica quasi del tutto inconscia per quanto riguarda i criteri sopra-citati: credo più probabile che scattasse d’istinto ciò che lo colpiva nelle persone con cui trascorreva le sue giornate al lago; probabili semi-sconosciuti o amici circostanziali, ma, in base alle fotografie che seguono, non meno cari.
Quello che segue è il layout delle pagine a fronte dell’auto-pubblicazione in programma per questo progetto.
Per quanto riguarda l’ordine di presentazione delle foto, sono state affiancate fotografie fra loro affini, in maniera più o meno velata.
In altri casi le foto sono state isolate, al fine di non distoglierne l’attenzione.
Lo scatto conclusivo di questo progetto mi affascina particolarmente, e infatti è l’unica fotografia orizzontale nella selezione a non essere “relegata” a comprimaria di un’altra fotografia nel layout di questa auto-pubblicazione.
Lo sguardo del ragazzo al centro a cui si possono imputare, con un po’ di fantasia, quattro gambe, la posa della matrona sulla sinistra e soprattutto il profilo del suo accompagnatore rendono onore ad una foto altrimenti banale e probabilmente eccessivamente affollata, così come alla capacità di Mario Farina di cogliere qualcosa di così sottile.